Tuesday, November 25, 2008

Laogai parte 3



...L'antica Cina fece uso del lavoro forzato per oltre 2.500 anni, sfruttando anche in tempo di pace sia civili che criminali. Forzati furono impiegati nella costruzione della Grande Muraglia e del Grande Canale. Già molto prima della rivoluzione, il lavoro forzato veniva inteso come "rieducativo" in un'accezione forte, ovvero volto a instillare nel lavoratore l'etica confuciana. Durante il periodo nazionalista, il lavoro forzato perse molta importanza, con l'eccezione della leva militare durante la guerra col Giappone. Mao Zedong tornò ad applicarlo in modo sistematico, nel contesto della sua visione sociale e politica, come strumento adatto da una parte alla rieducazione dei controrivoluzionari, dall'altra a garantire che anche i detenuti contribuissero come i cittadini liberi alla produzione. Il legame fra l'antico dispotismo orientale e la visione di Mao è ben rappresentato dal fatto che lo stesso Mao dichiarò esplicitamente di ispirarsi ai princìpi del Signore di Shang, della dinastia Qin, secondo il quale "la popolazione deve essere obbligata a lavorare". I detenuti furono spesso mandati in campi nelle regioni di confine, che avevano anche funzioni militari difensive.
Nel periodo maoista, e prima delle riforme di Deng (1978-1992), i laogai furono largamente usati per reprimere le opposizioni al regime. Gli stessi processi erano spesso solo una formalità, avendo la difesa solo il compito di invocare la clemenza della corte. Il sistema giudiziario non era infatti basato sul concetto di diritto, ed insistere troppo nella dichiarazione di innocenza portava ad un inasprimento della pena: "clemenza con chi confessa, severità con chi resiste". In origine, il laojiao si è anche distinto dal laogai per l'incertezza della durata della pena, al punto che alcuni detenuti arrivavano a commettere crimini più gravi per passare al laogai (con pene di durata fissata). La situazione è cambiata nel 1982, quando la durata massima della condanna al laojiao è stata stabilita in tre anni.



Il numero dei prigionieri e l'uso dei campi è stato intensificato durante alcune fasi politiche o produttive quali la Campagna dei cento fiori, il Grande balzo in avanti e la Rivoluzione Culturale.
Nei primi anni, i detenuti in quanto "controrivoluzionari" costituivano il 90% dei reclusi; negli anni '80, circa la metà dei detenuti negava di aver commesso alcun crimine; negli anni '90, la percentuale di detenuti politici si è ridotta fino al 10%. Nel periodo Maoista (1949-1976) i condannati al laojiao erano reclusi solitamente per 20 anni, mentre nel periodio Denghista (1978-1992) la durata non superava i 10 ...

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