Troppe poche sentenze
Il numero di sentenze contro i trafficanti di esseri umani sta aumentando, ma solo in alcuni stati. Nella maggior parte degli altri stati la percentuale di sentenze raramente eccede 1,5 ogni 100.000 persone. Questo livello e’ inferiore a quello registrato per i crimini particolarmente rari, tipo i sequestri di persona in Europa Occidentale. Il livello e’ poi particolarmente basso in relazione al (presunto) numero di vittime. “In giro per il mondo la giustizia penale trascura, direi banalizza la serietà del problema della schiavitù odierna” afferma Costa . Basti pensare che nel 2007/08, due nazioni ogni cinque (il 20% del mondo) non hanno riferito neppure una singola sentenza in materia. “O queste nazioni sono cieche di fronte al dramma della schiavitù’, o non sono attrezzate per affrontarlo. Magari entrambe le cose” ha affermato il capo della UNODC. “Per di più, alcuni paesi – inclusi alcuni molto importanti, vere potenze mondiali – non hanno neppure voluto partecipare alla nostra inchiesta -- forse per negligenza, o forse per imbarazzo” ha detto Costa.
Donne schiavizzate da donne
La forma più comune di traffico di esseri umani ( 79%) è lo sfruttamento sessuale. Le vittime sono prevalentemente donne, anche giovanissime. Sorprendentemente, nel 30% dei paesi, le donne rappresentano anche la proporzione più ampia tra i criminali che perpetrano questo crimine – e in molti paesi le donne hanno un ruolo maggiore nel vendere la merce umana in paragone ad altri crimini. Nell’Europa dell’Est e in Asia Centrale la percentuale di donne condannate per traffico di esseri umani è superiore al 60%. “ E’ agghiacciante verificare con dati alla mano che ex-vittime diventano, a loro volta, carnefici”, ha detto il capo dell’ UNODC. “Abbiamo bisogno di comprendere le ragioni psicologiche, finanziarie e culturali per le quali donne costringono altre donne alla schiavitù”.
Lavoro forzato: scarsamente documentato ma in crescita
La seconda forma di traffico di esseri umani è rappresentata dal lavoro forzato ( 18%), ma tale percentuale e’ probabilmente bassa rispetto alla realta’. Il lavoro forzato è infatti denunciato meno frequentemente rispetto allo sfruttamento sessuale. Una delle ragioni giace nel fatto che lo sfruttamento sessuale è altamente visibile nelle città e lungo le strade, mentre il lavoro forzato è nascosto in laboratori sotterranei. “Vediamo solo la coda di un mostro”, ha detto Costa. “Centinaia di migliaia di vittime sono schiavizzate in squallidi negozi, campi, miniere, fabbriche, magari semplicemente intrappolate tra le mura di una casa. Il loro numero aumenterà poi sicuramente all’acuirsi della crisi economica, che avrà come conseguenza una maggiore domanda di beni e servizi a prezzi molto bassi” ha affermato il capo dell’Ufficio delle Nazioni Unite per la lotta al Crimine.
Sfruttando l’innocenza
Nel mondo, quasi il 20% di tutte le vittime del traffico di esseri umani è rappresentato da bambini. Comunque, in alcune regioni dell’Africa e nel delta del Mekong, i bambini rappresentano la maggioranza. Le loro piccole mani sono sfruttate per sbrogliare le reti da pesca, cucire borse e vestiti di lusso, o raccogliere cacao. La loro innocenza è vittima quando sono obbligati a chiedere l’elemosina, praticare la prostituzione o essere schiavizzati da pedofili e dall’industria della pornografia. Altri ancora, sono venduti: le bambine come spose, i ragazzi come fantini per cammelli. Altri adolescenti diventano soldati in zone di guerra, in Africa, Asia e America Latina: “ I bambini imparano ad uccidere prima ancora di imparare a leggere; le bambine sono costrette alla schiavitù sessuale prima ancora di diventare donne” ha affermato Costa. “La poverta’ conta, ma soprattutto le usanze culturali e la discriminazione contro le donne sono le cause fondamentali di questa forma di schiavitu’”, ha detto il capo dell’UNODC. “ Lo sfruttamento dei bambini è l’aspetto più drammatico di un crimine che infanga tutti noi”.
Tutte le nazioni sono colpite
Benché il concetto stesso di “traffico” sembra implicare flussi di persone che si spostano attraverso continenti, la maggior parte della schiavitu’ moderna avviene vicino a casa. Il traffico intra-regionale e nazionale rappresentano le forme maggiori di schiavitu’. Esistono , comunque, anche casi importanti di traffico a lungo raggio, attraverso continenti e oceani. L’Europa rappresenta il continente che ha la maggiore diversità etnica delle vittime, mentre le vittime asiatica sono quelle trafficate verso il maggior numero di paesi. Comunque, un’ampia proporzione dei traffici intercettati sono di origine nazionale. “Gli schiavisti moderni sfruttano i propri amici e parenti, cosa che gli animali non fanno” ha affermato Costa.
Azione urgente per dare attuazione alla legislazione
Il Protocollo delle Nazioni Unite contro il Traffico di Esseri Umani – il principale accordo internazionale in materia- è entrato in vigore nel 2003. Il Rapporto mostra che, nei pochi anni trascorsi da allora, il numero degli Stati che hanno applicato il Protocollo è raddoppiato. Comunque, esistono ancora nazioni – particolarmente in Africa – che difettano dei necessari strumenti giuridici ovvero della volontà di porli in essere. “ Ci sono solidi accordi internazionali per impedire che la vita umana sia posta in vendita”, ha affermato Costa. “Sprono i governi a dare attuazione agli stessi”.
Combattere il problema alla cieca
“Questo Rapporto aumenta la nostra comprensione dei moderni mercati della schiavitù; esso tuttavia fa emergere anche la nostra ignoranza”, ha affermato Costa. “Abbiamo un grande quadro, ma esso è di carattere impressionistico e, comunque manca di profondità. Temiamo che il problema sia ancora maggiore di quanto i nostri dati ipotizzano, ma non possiamo provarlo per mancanza di informazione adeguata, per l’ostruzionismo dei governi”, ha ammesso Costa. Il capo dell’UNODC ha inoltre invitato governi, sociologhi, economisti e medici a migliorare la comprensione del problema e l’acquisto di dati. “Se non superiamo questa carenza di informazione, rischiamo di combattere alla cieca”, ha avvertito Costa.
Più di tutto, Costa ha invitato governi e opinione pubblica ad aumentare gli sforzi per combattere il traffico di esseri umani. “E’ aberrante aver bisogno di scrivere un Rapporto sulla schiavitù nel 21 secolo. Di più deve, e puo’ essere fatto per ridurre la vulnerabilità delle vittime, aumentare il rischio per i trafficanti, e diminuire la domanda di beni e servizi prodotti dagli schiavi dei nostri tempi”, ha detto Costa.
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