Per analizzare i fatti di quella che è stata definita "violenza sessuale di lieve entità" nei confronti di una bambina di 7 anni occorre tornare indietro fino al 24 febbraio 2007 nell'oratorio salesiano di Arese. Il sacerdote, che all'epoca gestiva una onlus per adozioni a distanza, aveva attirato la piccola nel suo ufficio promettendole delle caramelle. Lei, una bambina innocente che mai avrebbe pensato quello che poteva accadere di lì a poco, l'aveva seguito. All'interno successe poi il fatto: Redaelli iniziò a toccarla nelle parti intime. Tornata a casa, la bambina raccontava tutto alla nonna. La notizia giungeva così al padre il quale querelava immediatamente il salesiano.
Sono state immediate le repliche di Redaelli e dei suoi legali. Il parroco è scoppiato in lacrime quando è stato interrogato. Sosteneva di non trovarsi nemmeno ad Arese quando è avvenuto il fatto. Il suo legale Mario Zanchetti aveva accusato il padre della bambina di estorsione. Lo aveva definito «separato, nullafacente, che sporge querela poco dopo che i salesiani avevano smesso di mantenerla». Fino all'ultimo hanno tentato di gettare fango sulla famiglia della vittima. Alla fine del processo il padre ha dichiarato: «Per tre anni mi hanno dato del delinquente che per estorcere denaro usava sua figlia, oggi per fortuna il tribunale ha riconosciuto la sporcizia dei sacerdoti».
Dunque si tratta di un riconoscimento della colpa anche se la pena è leggera. L'accusa era quella di violenza sessuale aggravata dall'età della vittima, dall'aver approfittato di circostanze di tempo, di luogo e di persona tali da ostacolare la difesa della bambina, e dall'aver commesso il fatto in qualità di ministro di culto. Il pubblico ministero Giancarla Serafini al termine dell'istruttoria aveva chiesto al collegio presieduto dal giudice Ilaria Simi De Burgis di condannare l'imputato a 5 anni di reclusione. Ma almeno sono state smontate le accuse infondate al padre «Sono contenta. Siamo riusciti a provare la verità. Credo che sia giunto il riscatto per questa famiglia di fronte collettività che l'aveva messa da parte – commenta l'avvocato di parte civile, Anna Caterina Thumiger – Mi sembra una sentenza equilibrata. La pena è mite, ma c'è violenza e violenza. Leggeremo le motivazioni dei giudici in merito. È chiaro che il gesto è stato grave, ma comunque repentino e con conseguenze per fortuna sul piano fisico e psichico lievi per la bambina. Probabilmente i giudici hanno valutato l'episodio inconsulto ma rapido e mi auguro isolato».
Nel frattempo i giudici della quinta sezione penale, che hanno inoltre disposto la trasmissione degli atti in Procura perché siano indagati per falsa testimonianza e favoreggiamento altri due salesiani. I due religiosi avrebbero fornito "una versione reticente" dell'accaduto mentendo sul numero di incontri tra il parroco e la bambina e utilizzando dichiarazioni soft a riguardo.
Questa è l'Italia ??? Queste sono leggi ??? Chi bisogna ringraziare per tutto ciò ??? Questa non è giustizia ma una presa in giro perchè un altro orco è libero
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