Friday, January 16, 2009

Il Brasile dalla dittatura al governo Lula



Gli antecedenti del golpe militare 1954/68 .

Se guardiamo alla storia recente del Brasile possiamo affermare che esistevano, prima del golpe militare tre grandi schieramenti ideologici e politici.

Il primo che risale alla tradizione oligarchica e elitista della classe dominante brasiliana (e in grande parte latino-americana) che non ha mai vissuto una rivoluzione borghese e tanto meno una rivoluzione sociale, cioè con una partecipazione della popolazione: l'indipendenza del Brasile, come sappiamo, è stata una successione dinastica fra il re di Portogallo e suo figlio Dom Pedro I (nel momento in cui gli altri stati latinoamericani si trasformavano in repubbliche) e la repubblica è stato un colpo di stato militare. Possiamo quindi parlare di rivoluzione passiva o di rivoluzione "dall'alto" perché il "popolo" è sempre stato assente da questi movimenti, (anche perché, durante il periodo coloniale, la grande maggioranza della popolazione era composta da schiavi e, come sapete, il Brasile è stato l'ultimo paese al mondo ad abolire la schiavitù nel 1888.) Anzi, in modo emblematico e significativo, la parola "rivoluzione" è stata applicata in Brasile (e a volte è ancora usata) per indicare il "movimento del marzo del 64", cioè proprio il golpe militare. In questo blocco oligarchico (pur con divisioni interne) l'accordo si fondava su una restrizione dei diritti civili e politici a un elite oligarchica e sulla inesistenza di diritti economici e sociali per la grande massa della popolazione.

L'alternativa storicamente incontrata per allargare i diritti è stato il populismo che ha trovato la sua espressione più forte e lucida in Brasile con i successivi governi di Getulio Vargas, prima come rivoluzionario (un'altra rivoluzione sui generis nel 1930), poi come dittatore (quanto ha fondato lo "Estado Novo" nel 1936 con un golpe militare) inaugurando un regime vicino al fascismo italiano e poi come presidente eletto a grande maggioranza dal popolo nel 1950, fino alla sua tragica morte nel 1954: suicida nel palazzo del governo. "Lascio la vita per entrare nella storia".

Con Vargas inizia l'allargamento dei diritti sociali con l'inclusione di masse di lavoratori urbani (mentre continua l'esclusione della grandi masse rurali) ma in un contesto di forte restrizione dei diritti civili e politici.

La rottura con il modello oligarchico dominante fino al 1930, che si dà con l'ascesa di Getulio Vargas, è frutto anche di un altro movimento più radicale, cioè il movimento operaio anarco- sindacalista e del partito comunista. La figura emblematica qui è senz'altro Luis Carlos Prestes il leader del partito comunista brasiliano durante decenni.

L'alternativa comunista, però, non ha mai avuto spazi né durante lo Estado Novo né dopo la seconda guerra mondiale: prima perché Vargas gli ha bloccato decisamente la strada anche con metodi brutali di repressione politica e poliziesca e poi perché la guerra fredda ha fatto mettere fuori legge il partito comunista fino al 1978/79 (con un breve periodo di legalità fra il 1945 e 47).


I comunisti rivendicavano i diritti civili e politici contro la dittatura dello Estado Novo, ma in maniera strumentale, come mezzi per arrivare alla presa del potere e instaurare un regime socialista. Nella tradizione marxista, infatti esisteva (e in parte persiste) una forte diffidenza verso i diritti umani considerati diritti borghesi, che non interessano la classe lavoratrice e che sono visti come meri strumenti per la realizzazione dei diritti economici e sociali che sono ciò che interessa...

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