Ma siamo proprio tanto sicuri che i preservativi non presentino pori abbastanza larghi (più di un 0,1 micron) da lasciar passare lo Hiv, e allo stesso tempo abbastanza piccoli da sfuggire al controllo dei test? Per rispondere a questa domanda la bibliografia medica ci aiuta poco. Dobbiamo rivolgerci ai manuali e alle nviste dell’industria della gomma.
La permeabilità dei preservativi viene valutata con il cosiddetto «test di permeabilità», noto con la sigla Astm D 3492-89. Questo test è basato sullo standard originale Astm, consistente nella percezione visiva di perdite (gocce d’acqua) su un preservativo appeso e riempito con 300 ml di acqua; altro elemento del test è il metodo, usato dalla Fda, di far rototare il preservativo su carta, in modo da scoprire più facilmente gocce d’acqua fuoriuscite. Se più dello 0,4% (4 per mille) della partita di preservativi esaminata mostra delle perdite, si scarta tutta la partita. È noto l’esito di un esperimento che fu fatto per scoprire se fosse possibile che, nonostante questa prova, piccole perdite passassero inosservate. Furono aperti, con l’aiuto di un microscopio elettronico, dei forellini di 1 micron in preservativi nuovi, di marche diverse, che avevano già superato il test (4). Di questi preservativi, con forellini dieci voile più grandi dello Hiv, il 90% (!) superò un secondo test, cioè non mostrò alcuna perdita di acqua.
In un altro esperimento vennero introdotte, in preservativi che avevano superato il test di permeabilità, microsfere fluorescenti di polistirene del diametro di 0,1 micron, cioè dello stesso diametro dello Hiv (5). Una volta riempiti, questi preservativi vennero esposti a variazioni fisiologiche di pressione, analoghe a quelle che si verificano durante un coito; dopodiché vennero contate le microsfere fuoriuscite. Risultò che un terzo di questi preservativi, pur testati e approvati, mostrava perdite di liquido di un volume tra gli 0,4 e gli 1,6 nanolitri. Si noti che la quantità di liquido minima percepibile a occhio nudo è di 1 microlitro (1 milionesimo di litro, pari a 1000 nanolitri). Il che è come dire che, se questo microlitro di liquido fosse di sperma di un uomo infetto da Hiv, ben centomila particelle di virus sfuggirebbero alla nostra osservazione. E questa è proprio la quantità media di particelle di virus che presenta per microlitro lo sperma infetto. Supponiamo che un coito duri in media 2 minuti, con un preservativo che perde 1 nanolitro per secondo. Il calcolo (1/1000 x 100.000 x 120) ci dà un prodotto pari a 12.000 virus che attaccano il partner, quando uno solo basta a infettarlo. Se, per ipotesi, un coito durasse 30 minuti arriveremmo a (15 x 12.000 =) 180.000 particelle.
E' incredibile ma c'è ancora chi crede alle favolette messe in giro dai cattolici sul fatto che i preservativi non sarebbero sicuri come prevenzione contro l'aids:
IP/03/1410
Bruxelles, 20 ottobre 2003
HIV/AIDS: la ricerca europea fornisce prove evidenti che il profilattico protegge dal virus Nonostante i recenti dubbi sul possibile passaggio del virus dell'HIV
attraverso i pori dei preservativi in lattice, i progetti di ricerca dell'UE
provano scientificamente il contrario: se usato correttamente, il profilattico
garantisce la massima sicurezza. Negli ultimi 15 anni, la Commissione ha
sostenuto, in questo campo, oltre una decina di progetti di ricerca in tutta
Europa, oltre che in Asia e in Africa, le zone più colpite dalla pandemia
dell'AIDS. Queste iniziative europee si sono concentrate sulla porosità
potenziale e sugli standard di qualità dei preservativi, anche attraverso studi
sulla trasmissione dell'infezione all'interno delle coppie e tra le prostitute. I
test scientifici hanno dimostrato che il preservativo è l'unica protezione
efficace contro l'HIV/AIDS. Ogni anno, il virus miete oltre 3 milioni di vittime e
la lotta contro l'HIV/AIDS si affida essenzialmente a metodi di protezione, tra
cui il preservativo. "Mi baso su dichiarazioni che poggiano su prove scientificamente valide ed è assolutamente dimostrabile che il preservativo costituisca il miglior metodo per prevenire l'infezione da HIV", ha affermato il commissario europeo per la Ricerca, Philippe Busquin. Qualsiasi dichiarazione non fondata su prove scientificamente valide non è plausibile."
"Il profilattico rappresenta una parte della soluzione", ha aggiunto il commissario per lo Sviluppo e l'aiuto umanitario, Poul Nielson. "La sua condanna, una parte del
problema."
Killer mondiale
L'HIV/AIDS è la più grave pandemia che abbia mai colpito il Pianeta. Ogni anno il
virus infetta cinque milioni di persone, uccidendone tre milioni, di cui gran parte
senza essere stata sottoposta ad alcun trattamento. Le popolazioni maggiormente
colpite sono quelle più povere e vulnerabili. Data la mancanza di un trattamento
efficace, tutti gli sforzi si concentrano sulle strategie di prevenzione, comprendenti
l'utilizzo del preservativo.
Efficacia al 100% Con oltre 40 milioni di portatori del virus dell'HIV nel mondo, le misure preventive devono basarsi su prove scientifiche. Negli ultimi 15 anni, la Commissione europea ha finanziato diversi progetti di ricerca volti a studiare, in modo diretto o indiretto, l'uso del preservativo nel quadro della prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili, tra cui l'HIV/AIDS.
Si tratta di progetti realizzati non solo in Europa, ma anche in Asia e nell'Africa
subsahariana, dove si registra la massima incidenza dell'epidemia da HIV. Tutti gli
studi effettuati hanno dimostrato che il preservativo maschile è un metodo valido per
prevenire la trasmissione dell'HIV, con un tasso di efficacia prossimo al 100% se
usato correttamente.
Ermeticamente sicuro
Un progetto teso a valutare e a confrontare i diversi metodi per individuare eventuali fori nei profilattici ha permesso anche di determinare il livello di sicurezza e di efficacia dei diversi dispositivi che costituiscono una barriera fisica alla trasmissione del virus. Il progetto per la valutazione dei metodi di rilevamento di fori nei profilattici, finanziato dall'UE, ha analizzato la permeabilità all'acqua, all'aria e ionica per definire
le norme necessarie di controllo della qualità. Le conclusioni di tale studio hanno
permesso di ottenere metodi di valutazione più uniformi della sicurezza dei
profilattici.
Una drastica riduzione dei rischi
Una ricerca europea che ha coinvolto più istituti, finanziato dalla Commissione
europea attraverso vari progetti di ricerca, tra cui "AIDS: heterosexual transmission" (AIDS: trasmissione eterosessuale) e "EC concerted action on the heterosexual transmission of HIV" (azione concertata a livello CE sulla trasmissione eterosessuale dell'HIV), ha seguito, per un periodo di 12-21 mesi, oltre 563 coppie con un partner sieropositivo. Nelle 123 coppie che utilizzavano il preservativo ad ogni rapporto vaginale o anale non si è avuto alcun caso di sieroconversione, mentre si sono registrate 12 sieroconversioni tra i 122 partner che non utilizzavano il preservativo con regolarità. Il consorzio ha concluso che non si ha trasmissione dell'HIV tra soggetti che fanno un uso sistematico del profilattico.
Il preservativo è meglio Un altro studio, sempre finanziato dall'UE, riguardante 866 prostitute in diversi paesi europei (HIV infection in female prostitutes) ha concluso che il mancato utilizzo del preservativo è associato all'infezione da HIV. Secondo tale studio, inoltre, i lubrificanti a base di vaselina potrebbero diminuire l'efficacia dei profilattici.
Le conclusioni di un recente meeting di esperti internazionali nel campo dell'HIV,
sempre finanziato dall'UE, tenutosi ad Anversa il 12-15 maggio 2002, indicano che il
preservativo maschile rappresenta l'unica protezione efficace contro la trasmissione
dell'HIV.
Altre informazioni
http://www.usaid.gov/pop_health/aids/TechAreas/condoms/condomfactsheet.html
(from NIH)
http://www.thebody.com/unaids/wac/condoms.html
(from UNAIDS)
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