Tuesday, March 3, 2009

Truffa alla nigeriana



La truffa alla nigeriana è un raggiro informatico (ma che circola anche per posta ordinaria) tra i più diffusi al mondo inventato per la prima volta nel 1992 per lettera e nel 1994 per e-mail. Esistono centinaia di varianti a questa truffa, ma più o meno il senso è sempre quello: uno sconosciuto non riuscirebbe a sbloccare un conto in banca di milioni di dollari, ed essendo lui un personaggio noto avrebbe bisogno di un prestanome discreto che compia l'operazione al suo posto. Invita così alcuni utenti concedendo loro questa possibilità in cambio di una promessa fetta del bottino. La truffa è chiamata anche 419 scam (419 è il riferimento numerico della legge nigeriana, disinvoltamente ignorata dai nigeriani, che rende illegali questi inviti).

Esempi di personaggi noti e immaginari che possono chiedere questo tipo di servizio sono:

  • Il figlio dell'ex presidente del Congo Mobutu Sese Seko.
  • Danjuma Gwarzo, figlio di Alhaji Ismaila Gwarzo, ex consigliere per la sicurezza del defunto ex capo di stato nigeriano Sanni Abacha.
  • Williams Gumbeze, figlio di uno dei più ricchi agricoltori di colore dello Zimbabwe.
  • Chuma Emmanuel, erede di una famiglia agricola sempre dello Zimbabwe.
  • Charles Dubem, Segretario Generale del Comitato di Assegnazione degli Appalti dell'Ente Federale per Gas e Petrolio della Nigeria.
  • John Pujeh, della Sierra Leone, figlio dell'ex ministro dei trasporti del paese.
  • Femi Kokoma, assistente personale del defunto capo della sicurezza dell'ex presidente della Somalia.
  • Mohammed Alpha, "Operations Manager" della Banca d'Africa, sede della Repubblica di Bamako Mali.
  • Suha Arafat, moglie del defunto ex leader palestinese Yasser Arafat.
  • Numerosi industriali, banchieri e usurai occidentali.

È facile capire che questo è solo un tentativo di truffa:

  • Il rischio di coinvolgere uno sconosciuto in un affare simile è alto, perché potrebbe compromettere la riservatezza dell'operazione.
  • L'invio in rete non è intrinsecamente sicuro, per cui l'inoltro via e-mail non è un veicolo credibile per un affare di questo tipo.
  • Gli "inviti" che circolano sono moltissimi, e tutti uguali.
  • La letteratura online su questi casi è ricca e documentata.
  • L'occasione è troppo bella per essere vera, e il mittente mette pressione alla vittima per concluderla.
Gli effetti per chi cade nella trappola seguono un copione prestabilito: prima vengono chiesti soldi per la parcella del notaio, poi altro denaro per l'avvocato ed infine si viene invitati ad un incontro personale nella loro nazione (di solito la Nigeria, da cui il nome di truffa alla nigeriana, ma spesso anche in paesi terzi come l'Italia.



Milano è un luogo scelto di frequente per la sua vicinanza all'Europa). Arrivati nel luogo dell'appuntamento, possono accadere due cose: o si viene accolti in modo opulento dando al truffato l'impressione della veridicità dell'affare, o si viene direttamente rapinati se le prospettive non sono buone per eventuali guadagni maggiori. In entrambi i casi, i ladri hanno raggiunto il loro scopo...

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