Thursday, January 29, 2009

Droghe e sostanze stupefacenti . Anfetamine



Le anfetamine (o amfetamine) sono un gruppo di sostanze di sintesi ad azione stimolante sul sistema nervoso centrale: sopprimono il sonno, la stanchezza e l'appetito, incrementando la resistenza fisica e la capacità di concentrazione. Inoltre provocano stimolazione a livello respiratorio, aumento della pressione arteriosa, midriasi, broncodilatazione, ridotta urinazione.
L'azione anoressigena, che permette di usare queste molecole contro l'obesità, è legata alla stimolazione dei centri ipotalamici che regolano, tra le altre funzioni, proprio la fame e la sazietà.
Gli effetti delle anfetamine durano, in genere, diverse ore e spesso dipendono dal set (personalità e aspettative del consumatore) e dal setting (situazione e ambiente in cui si consumano).
Le anfetamine stimolanti provocano euforia, eccitazione (si è in grado di ballare tutta la notte e non accusare fatica), sensazione di potenza, facilità di parola, alterazione del ritmo sonno-veglia, aumento della concentrazione e delle prestazioni psico-fisiche. Le anfetamine allucinogene, prese a piccole dosi, hanno moderati effetti stimolanti accompagnati da leggera euforia, e, a dosi elevate, hanno effetti allucinogeni.
Negli anni '60 in Italia e in molti altri paesi le anfetamine erano vendute liberamente in farmacia ed erano molto usate da chi, per studio o per lavoro, aveva necessità di aumentare la capacità di concentrazione e la resistenza alla stanchezza. Oggi, con l'eccezione di alcuni farmaci contro l'obesità, non sono più usate in medicina, ma sono spacciate sul mercato illegale sotto forma di pasticche, capsule o polvere.
Normalmente l'assunzione di anfetamine avviene per via orale, ma in forma di polvere si possono fumare, sniffare o iniettare (in questo caso il rischio di overdose è maggiore). Le anfetamine sono anche usate come sostanze da taglio per preparare ecstasy o, unite all'LSD, sotto il nome di acidi.
Sono ben assorbite dal tratto gastrointestinale e dalla mucosa buccale, il tempo per raggiungere il picco della concentrazione plasmatica è tra 2 e 7 ore e, di conseguenza, la durata d'azione di una singola dose supera le 10 ore. Si accumulano in elevate concentrazioni al di là della barriera emato-encefalica e nel latte materno, sono estesamente metabolizzate dal fegato e escrete per via urinaria e la loro emivita di eliminazione può variare da 7 a 31 ore.
Le anfetamine sono tossiche per il sistema nervoso in virtù del loro meccanismo d'azione (provocano insonnia, tremori, euforia, cefalea, depressione, labilità emozionale, convulsioni, ansietà, irritabilità, sintomi psicotici) e, poiché hanno effetti tossici sul ritmo cardiaco e sulla pressione arteriosa, deve evitarne l'assunzione chi soffre di problemi cardiovascolari.

Tra gli altri effetti abbiamo sintomi extrapiramidali, ipotensione ortostatica, secchezza delle fauci, diarrea, perdita di peso, ipertiroidismo, disfunzione polmonare (legata ad un'inappropriata somministrazione in quanto i soggetti si iniettano in vena le tavolette sciolte in acqua che formano emboli nel polmone), aumento della temperatura corporea, anoressia, impotenza e riduzione della libido. Sono controindicate in gravidanza (eccetto che nel caso di narcolessia secondo un regime medico ben monitorato) e non vanno somministrate in associazione ad inibitori delle monoamino ossidasi, antidepressivi triciclici e altri farmaci antidepressivi, che causano un potenziamento degli effetti stimolanti a livello sia centrale che periferico.
L'uso di anfetamine ad alte dosi, specie se continuato, è in genere seguito da un periodo di "crollo psicofisico": quando l'effetto finisce sono amplificate le sensazioni lenite e ci si sente svuotati, spossati, irritabili, depressi.
La tentazione di allontanare da sé questi effetti negativi può spingere ad assumerne ancora, provocando dipendenza psicologica, e a ricercare una maggiore quantità di sostanza per provare nuovamente quelle stesse sensazioni di benessere psichico e fisico legate all'assunzione della droga. Ciò accade in quanto l'organismo ben presto incomincia a sviluppare tolleranza per gli effetti euforizzanti ed anoressizzanti. L'uso cronico di anfetamine può, inoltre, determinare un vero e proprio decadimento fisico (con affaticamento, umore disforico, insonnia), problemi relazionali, psicosi, comportamenti aggressivi e idee di suicidio.


Inoltre un altro rischio potenziale per coloro che si iniettano le amfetamine è l'avvelenamento acuto da piombo. Un metodo illegale, ma comune, nella produzione di questa droga è usare acetato di piombo come reagente chimico. Pertanto, errori nella produzione possono portare a metamfetamina inquinata con piombo e casi d'avvelenamento acuto con piombo in persone che s'iniettano la metamfetamina.

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